Abbiamo già affrontato insieme quali siano i differenti tipi di narratori a disposizione e anche come scegliere quello più adatto alla propria opera.
Se te li sei persi, puoi trovarli qui:
Tipi di narratore. Quali sono e come sceglierli
Punto di vista del narratore. Quale scegliere
Tipologie di narratore. La terza persona
Dal momento che ormai conosci le basi, oggi proveremo a fornirti qualche piccolo approfondimento. Sarai così in grado di gestire in modo ottimale il punto di vista del tuo romanzo.
Tipi di narratori. Approfondimenti
La prima persona multipla
Utilizzare la prima persona non implica l’esistenza di una sola voce narrante. Alcuni libri sono infatti scritti con un punto di vista in prima persona multipla. Tuttavia, non è una scelta facile da gestire e le trappole sono dietro l’angolo. I personaggi-punti di vista, se non estremamente caratterizzati nel linguaggio, tendono a confondersi e a confondere il lettore. Se decidete di usare questo filtro multiplo rendete le vostre voci parlanti ben distinguibili.
Un ottimo esempio che possiamo citarvi è Mentre morivo, di Faulkner.
Aggirare i limiti della prima persona
Come ben saprai l’autore che sceglie di adottare il punto di vista in prima persona, deve essere consapevole di poter riferire al lettore solamente ciò che il personaggio stesso conosce. E questo rappresenta un limite non indifferente. Tuttavia esistono dei trucchetti per aggirare queste restrizioni:
- Storie nelle storie: una convenzione gettonata è quella di far riportare dal personaggio-punto di vista ciò che è stato a lui raccontato da altri (Cime tempestose ti dice qualcosa?).
Fate attenzione però a quanti dettagli riportate, e soprattutto come. Nella vita reale la nostra memoria dimentica molto di più, e molto più in fretta, di quanto non accada nei romanzi. Il lettore lo sa, ed è disposto a sorvolare su quest’altra convenzione letteraria, sempre che essa risulti abbastanza credibile. Il modo di riportare gli avvenimenti di Heathcliff o di Ellen Dean, oggi non è più accettabile, l’Ottocento è passato da un pezzo. - Lettere e diari: far ricevere al narratore in prima persona una lettera o un diario è un vecchio espediente narrativo, forse un po’ troppo inflazionato a nostro parere per risultare ancora credibile. Attenzione quindi a non farlo apparire troppo scontato.
- Punto di vista attributivo: con questo meccanismo il narratore in prima persona ricostruisce, immaginandosela, una scena alla quale non era presente personalmente e in questo modo può riportarla al lettore.
L’importante è stabilire queste convenzioni il prima possibile, in modo tale che il lettore ne sia consapevole e non la consideri una trovata costruita ad hoc.
Combinare tipi di narratori differenti. La prima e la terza persona
Nell’alternare i punti di vista, una possibile opzione è quella di combinare la prima e la terza persona. Tuttavia questa scelta si rende necessariamente più impegnativa, e talvolta rischiosa, dal momento che questi due punti di vista rispondono a convenzioni e regole diametralmente opposte. Nella prima il narratore coinvolge il lettore, nella terza il narratore descrive la vicenda ignorando il pubblico. Sono due interpretazioni differenti della realtà, quindi presta sempre molta attenzione.
Un cambiamento c’è, ma non si vede
In qualsiasi opera che preveda il cambio del narratore è importante che il lettore capisca quando questo cambiamento avviene e soprattutto capisca attraverso quali occhi sta guardando la storia. Per evitare di generare troppa confusione, ti consigliamo di mantenere un unico punto di vista per ogni scena.
Quest’ultima è l’atomo del romanzo, un’unità indivisibile che non andrebbe mai spezzata da un cambio (seppur graduale) di narratore. Il lettore è disposto a cambiare punto di osservazione ma preferisce farlo a scena compiuta.
Siate sempre molto cauti nel variare i vostri narratori e fatelo in modo consapevole, rendete il lettore partecipe e fategli subito intuire (con linguaggio e comportamenti differenti) chi sta vivendo la storia.
Impostare il punto di vista onnisciente
Come per le convenzioni, è cosa buona e giusta impostare il punto di vista onnisciente entro le prime pagine. In questo modo avviserai il lettore delle tue intenzioni e lui non potrà ritenerle delle forzature. Datti delle regole, rivelale al lettore e, cosa assai importante, rispettale.
Il punto di vista esterno
Quando il narratore non può vedere attraverso nessuna testa, ma registra e riporta i fatti in modo neutrale viene definito punto di vista esterno. Esso può vedere, sentire e percepire, ma è un occhio estraneo alla vicenda e non ha nessun vantaggio rispetto al lettore. Si siede con lui e osserva.
Il narratore inattendibile
Partiamo subito con il dire che ogni narratore in prima persona è in parte inattendibile. Attraverso il suo punto di vista, il lettore verrà a conoscenza solo di alcune parti della storia, ascolterà una sola campana.
Ma talvolta questa campana risulta più stonata di altre. Un personaggio scelto come filtro narrante può avere delle capacità di giudizio distorte o alterate e fornirà al lettore delle informazioni non veritiere, che devono essere misurate e valutate attentamente da chi legge.
Un autore onnisciente sarà sempre credibile, ma quando ti trovi davanti a una prima persona, specie in romanzi complessi, domandati se te la sta effettivamente raccontando giusta.
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