Fabula e intreccio: quali sono le differenze?

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Fabula e Intreccio. Cosa significano questi due termini? Quali sono le differenze? In questo post cercheremo di fare chiarezza sull’uso di questi termini che spesso rischiano di essere sovrapposti e fraintesi, ci concentreremo inoltre sulle tecniche per creare un intreccio coinvolgente. Se sei curioso di approfondire questa tematica, continua a leggere e ti sveleremo alcuni trucchi del mestiere.

Fabula e intreccio

Jona è un ragazzo molto curioso che vive in un villaggio ai margini del regno. Eppure un giorno, dal bosco che segna il confine del territorio conosciuto, sopraggiunge un plotone di orchi che mette a ferro e fuoco il villaggio e uccide tutti gli abitanti. L’unico superstite è Jona, nascosto dalla madre in un pozzo molto profondo. Recuperato da uno dei soldati del re, Jona viene scortato alla corte reale e qui impara l’uso della spada e inizia la sua personale battaglia per annientare quelle bestie che hanno ucciso la sua famiglia… ma in realtà non sa che le cose sono andate diversamente.

Lasciando da parte i numerosi cliché presenti in questo breve racconto, vorrei che poneste l’attenzione sul modo in cui sono presentati gli eventi. Noterete subito che sono descritti in modo cronologico.

Perfetto.

Quando abbiamo una sequenza di eventi disposti in ordine cronologico, che comprende tutti i fatti raccontati all’interno di un romanzo, ci troviamo di fronte alla Fabula del romanzo stesso.

Ma dunque a cosa ci riferiamo quando parliamo di Intreccio?

Con intreccio si intende il modo in cui i fatti presenti all’interno di una storia sono raccontati, ovvero la disposizione cronologica, i nessi causali e il modo in cui modelliamo il materiale per dare maggiore enfasi all’obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere con la nostra narrazione.

Va quindi da sé che non può esistere Intreccio senza Fabula e, se in fase di montaggio si sceglie di raccontare i fatti in modo cronologico e logico, come spesso accade nelle fiabe o nei racconti per bambini, i due aspetti vanno a sovrapporsi.

Esempi di Intreccio

Torniamo un attimo al nostro Jona e vediamo dunque di applicare le nozioni apprese. Provate a porre l’attenzione sulle differenze fra il primo e il secondo brano:

Jona è un ragazzo che sin da quando è molto piccolo vive alla corte regia dove ha imparato a usare la spada. Ha un solo obiettivo in testa: sconfiggere gli orchi. Il motivo del suo odio risale alla sua infanzia, quando un’orda di orchi ha attaccato il villaggio in cui viveva con la sua famiglia e ha ucciso tutti tranne lui. Ora è giunto il momento di portare avanti la battaglia per la quale ha consacrato la sua vita: ucciderà tutti gli orchi e vendicherà i genitori… eppure forse le cose sono andate diversamente.

Avete notato la differenza? I fatti narrati sono gli stessi, eppure l’impatto è molto diverso. In questo secondo caso ci troviamo di fronte all’Intreccio della Fabula presentata poco sopra. Si nota infatti che nella narrazione è stato adottato un montaggio particolare che conferisce alla trama ritmo e pone l’attenzione su determinate suggestioni. Sulla base di quanto appena detto possiamo arrivare a un assunto molto importante per gli aspiranti scrittori: la stessa storia assume diverso valore in base al modo in cui decidiamo di raccontarla.

Gli strumenti per creare l’Intreccio

Vediamo quindi quali sono gli espedienti che ci consentono di imprimere la giusta carica emotiva e il giusto ritmo alla nostra storia. Esistono diverse tecniche che in generale hanno la funzione di agire sul ritmo, catturando l’attenzione o piuttosto ponendo l’accento – o occultando – determinati snodi narrativi.

  1. Analessi o flashback: si ha l’analessi quando si riportano dei fatti che, rispetto alla cronologia della narrazione, sono avvenuti in un momento precedente. Questo espediente è molto utilizzato per porre l’attenzione sulle cause che hanno portato al presente del libro.
  2. Prolessi o foreshadowing: con prolessi ci si riferisce alla consuetudine di riportare fatti che, dal punto di vista cronologico, vengono in un momento successivo rispetto al presente della narrazione. In questo modo è possibile mostrare, ad esempio, gli effetti che i fatti presenti avranno sul futuro.
  3. Cliffhanger: si tratta di un’interruzione brusca che ha l’obbiettivo di enfatizzare l’impatto che un fatto appena narrato ha sul lettore.

L’uso di questi espedienti conferisce dinamismo al testo e, soprattutto, consente all’autore di porre l’attenzione su un particolare aspetto della narrazione. Ogni scelta che si applica all’intreccio ha delle ripercussioni sul modo in cui il messaggio che si vuole trasmettere viene veicolato al lettore.

Quando immaginate la vostra storia, fate dunque attenzione al modo in cui decidete di raccontarla, perché la storia perfetta raccontata nel modo sbagliato è come un’aquila con le ali spezzate.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che un autore consapevole dovrebbe padroneggiare per scrivere un testo memorabile. Se volete approfondire altre sfumature di questa ampia tematica, rimandiamo ad alcuni nostri articoli che potrebbero fare al caso vostro:

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E voi? Cosa ne pensate di questi espedienti letterari? Ne avete mai fatto uso?