Hai scritto una storia ma qualcosa non funziona? Hai inserito una buona dose di conflitto ma i lettori ancora non riescono a provare empatia per i tuoi personaggi? Probabilmente le vicende che stai narrando sono troppo poco umane e personali. Scopriamo insieme che cos’è il fatal flaw e come possiamo utilizzarlo per dare solidità ai nostri personaggi.
Fatal flaw, ovvero come conferire spessore a un personaggio
Ogni esperienza umana ci racconta qualcosa di significativo su di noi e proprio questo processo di ricerca consente di raggiungere una maggiore comprensione di noi stessi e di come percepiamo il mondo esterno.
Sono le emozioni – la solitudine, la delusione, il dolore, la passione, la speranza, la gioia – a renderci umani, e tramite esse possiamo connetterci e immedesimarci nei protagonisti delle storie. Ma queste emozioni non sono altro che il risultato di un cambiamento.
Nelle storie migliori l’essere umano deve affrontare i propri drammi e combattere quella resistenza fatale generata dalla paura del cambiamento. Solo in questo modo potrà crescere.
Bisogna inoltre tenere a mente che noi non troviamo un riflesso della nostra condizione umana nella perfezione, bensì nell’imperfezione. E proprio nei momenti di crisi, dove la scelta tra rimanere congelati in un passato sicuro e il muoversi verso qualcosa di nuovo si fa più pressante, si genera l’essenza di quel conflitto che le storie dovrebbero cogliere.
Chi non farebbe il tifo per Jean Valjean (de I Miserabili di Hugo) e la sua redenzione?
Un elemento costante delle grandi storie è la forza drammatica proveniente dalla lotta interna tra il crescere o il morire. Una volta esaurita l’energia, per sopravvivere è fondamentale raggiungere un nuovo livello di consapevolezza.
Ma difficilmente ci lasciamo alle spalle quelle parti del nostro precedente essere senza una lotta, una resistenza. Ed è in questa resistenza che si genera il conflitto interiore dell’essere umano.
Il fatal flaw
L’ostinato attaccamento del personaggio a mantenere un sistema di sopravvivenza che è ormai superato e inutile.
Perché una storia risulti interessante dal punto di vista drammatico, il protagonista deve sentirsi sull’orlo di un abisso, generato da un conflitto esterno e che richiede una trasformazione interiore .
Ma per quanto questo cambiamento sia essenziale alla vita stessa, la maggior parte degli esseri umani si aggrapperà saldamente ai vecchi sistemi, seppur lesivi. Quanti di noi preferiscono crogiolarsi in ciò che già conosciamo piuttosto che affrontare qualcosa che ancora ci è estraneo?
Questo ostinato attaccamento è il fatal flaw, ovvero la lotta che si svolge dentro al personaggio per mantenere un sistema di sopravvivenza ormai obsoleto e di scarsa utilità.
Il difetto fatale è uno degli strumenti più efficaci che gli scrittori possano utilizzare, perché non solo determina il comportamento del personaggio ma ne genera anche i conflitti interni che porteranno avanti la storia. Identificare il fatal flaw chiarisce quindi non solo il viaggio interiore del protagonista (ciò che ha bisogno per crescere) ma anche il conflitto esterno.
Le sfide della trama servono proprio a spingere il personaggio principale oltre quei vecchi limiti che lo definiscono, in modo che, alla fine della storia, possa essere una persona migliore (o peggiore).
Come trovare il fatal flaw
Per evitare scelte casuali e arbitrarie, il difetto fatale deve essere ricavato dal tema. Inoltre, visto che esso rivela un aspetto potenzialmente distruttivo per le opportunità di crescita del personaggio, deve essere creato attorno a un valore che si oppone al tema e al desiderio interno del protagonista. Entrando in risonanza con il tema si possono definire comportamenti e motivazioni del personaggio in modo coerente.
Se manca questo collegamento tra plot e fatal flaw si rischia di ottenere una storia superficiale e inefficace, nonostante sia sostenuta da elementi tematici importanti. La vicenda non acquisirà mai il giusto ritmo e, molto probabilmente, si verificherà un appiattimento del coinvolgimento emotivo da parte dei lettori.
Quando lo scrittore riesce a collegare con sincerità e trasparenza i suoi sentimenti e le sue esperienze con quelli del protagonista, la storia guadagna in potenza ed efficacia. E il personaggio sarà già collocato nella giusta direzione.
Il fantasma e il contesto
Il fantasma è la storia prima della storia, è l’insieme delle esperienze che hanno permesso al personaggio di arrivare alla resa dei conti e che infondono vita e realismo al tutto.
Dare un passato al fatal flaw consente al lettore di connettersi alla sfera emotiva del protagonista e provare empatia. La creazione di un fantasma sincero e carico di significato, insieme al contesto, è il segreto per emozionare le persone e condurle fino alla fine della storia.
Nelle grandi storie, un personaggio cambia nel contesto degli eventi che man mano accadono; proprio per questo non bisogna dimenticare un altro fattore fondamentale: il contesto, appunto. Esso contiene gli ostacoli che agiscono in opposizione al protagonista nel raggiungimento del desiderio iniziale.
Con questo articolo speriamo di aver fatto chiarezza sul fatal flaw e sull’importanza del suo utilizzo nella caratterizzazione dei personaggi principali.
Se invece avete altre curiosità di narratologia qui sotto trovate alcuni dei nostri articoli:
Tipi di Narratori. Approfondimenti
Come creare un personaggio
Evento Scatenante e Chiamata all’Azione
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